Delle cose mortali nulla v'è di più incerto degli eventi guerreschi, nulla di più imprevedibile, nulla che esorbiti di più dai pensieri degli uomini. La vittoria non dipende nè dal numero nè dalle forze.

[Coluccio Salutati - cancelliere fiorentino del XV sec.]



venerdì 10 settembre 2010

E SE I FRANCESI NON AVESSERO VINTO A SOLFERINO?

SOLFERINO ‘59: nel 150° anniversario della battaglia, giocata a RECCO (GE)

“…i resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
Se queste parole fossero state scritte nel 1859 e se quell’esercito fosse stato quello di Napoleone III°…??

Quanti SE !

E’ prerogativa di una partita di wargame produrre questa ridda di “se”, quando il risultato è inaspettato, rispetto a quello canonico che ci si aspetta dalla Storia.
Andiamo con ordine.
Un gruppo d’amici wargamer “fanatici” di SAVOIA! si ritrova sulla Riviera Ligure, a Recco (GE) patria di un’importante squadra di pallanuoto, per giocare il “mitico” scenario della battaglia di Solferino: 24 giugno 1859.
Quella di Solferino (affiancata da San Martino combattuta dai Piemontesi lo stesso giorno) fu la giornata più sanguinosa di tutte le guerre del Risorgimento italiano.
L’Europa di seguito avrebbe visto battaglie ben peggiori, ma allora quel massacro fece impressione: lo spettacolo dei morti e dei feriti colpì talmente Francesco Giuseppe che scrisse alla moglie “…meglio perdere una provincia e non rivedere mai più una simile carneficina…”
In realtà con le guerre napoleoniche era andata molto peggio, ma si sa, la Storia deve essere valutata nel contesto in cui si svolge e, per quell’epoca, le cose stavano così, anche se a turbare Napoleone III non fu solo la pena per i suoi soldati, bensì più probabilmente la paura per le minacce prussiane sul Reno, unita al fatto che il meglio del suo esercito si stava facendo decimare in Italia.
Tutto nasce dal fatto che la battaglia di Solferino, che insieme a quella parallela di San Martino decise la guerra del ’59, avvenne quasi per caso.
Nessuno la voleva, o meglio, nessuno la prevedeva e, forse per questo, fu così feroce.
Fu l’improvvisa decisione austriaca (basata sulla falsa notizia che 60mila francesi stavano per sbarcare sulle coste adriatiche) di sospendere la ritirata, tornare indietro, ripassare il Mincio verso ovest e bloccare l’avanzata franco-piemontese prima del temuto sbarco alle spalle, a provocare lo scontro.
Infatti all’alba del 24 giugno entrambi gli schieramenti sono in marcia ed è a questo punto che, wargamisticamente parlando, bisognerebbe far partire la simulazione.
Con l’ausilio delle splendide carte dello Stato Maggiore Esercito è infatti possibile ricostruire l’evento fin dall’avvio ed in questo caso, l’intervento dei giocatori avrebbe maggiori probabilità di modificare l’andamento degli eventi.
Ma il tempo è tiranno, quindi dovendo giocare in un solo giorno, si è deciso di partire con lo schieramento delle 11,30, partendo sempre dalla carta dello SME che illustra perfettamente lo schieramento delle truppe e stabilisce in maniera certa le unità che hanno effettivamente combattuto quel giorno.
Per coloro che vorranno approfondire sarà infatti una sorpresa scoprire come gli organici effettivi siano più bassi di quanto spesso pubblicato in passato da Autori che si sono riferiti agli organici teorici dei due eserciti.
La partita si presenta difficile, alle 11,30 i due schieramenti sono vicinissimi, quasi a distanza di combattimento e con la maggior parte delle artiglierie schierate e capaci di eliminare rapidamente unità che muovano improvvidamente di fronte a loro.
Inizialmente il senso d’impotenza pervade i Giocatori (ognuno comanda un Corpo d’Armata) ogni azione è pagata cara, le basi saltano e la capacità combattiva delle unità di prima linea sembra dissolversi come neve al sole.
Forse i concetti di “guerra lampo” sono entrati profondamente dentro di noi e restiamo inerti di fronte all’unica realtà che la partita sembra proporci: attaccare, combattere, a testa bassa!
E’ questo che fa la differenza nel wargame e lo rende così affascinante, ora capisco cosa ha provato Henry Dunant (fondatore della Croce Rossa che prese l’avvio proprio a Solferino): le “basi” sono uomini che muoiono, sono feriti, si gettano a terra atterriti e smettono di combattere!
Così è dunque la realtà che si presenta a noi Giocatori, con tutta la sua durezza.
La partita è impegnativa e va giocata tra giocatori di pari livello d’esperienza, ma il francese è forte, ha la migliore elite post napoleonica esistente in Europa: Guardia, Legionari, Algerini sono truppe speciali; gli Jager ed i Kaiserjager non sono da meno, ma sono pochi e sparsi, mentre il Corpo di Mac Mahon e la Guardia del grande Saint Jean D’Angely sono due martelli pneumatici!
Che fare ?
Bisogna avere il coraggio di manovrare, non temere la cavalleria della Guardia, bluffare!
Così un grande Schwarzenberg bluffa al centro e copre l’arrivo di Veigl e delle restanti Divisioni di Zobel; Clam Gallas non molla che pochi centimetri aggrappato alle sue alture ed un immenso Schaffgotsche finge di aggirare a Sud il 3° e 4° Corpi francesi che cadono nella trappola e dimenticano di chiudere al centro.
E’ fatta!
I francesi si disperdono, non coordinano la loro azione e la Guardia entra in azione troppo tardi.
Francesco Giuseppe non fugge dal campo, anzi è pronto a guidare al contrattacco l’accorrente Veigl.
Lo scenario, come previsto, termina alle 16,30 e Solferino è salva, il fronte austriaco regge mantenendo riserve pronte a contrattaccare; Benedeck non sarà più minacciato sul proprio fianco sinistro e, forse, gli Italiani non potranno prendere San Martino.
Se fosse accaduto cosa sarebbe successo?
Cari lettori siete liberi di formulare ogni ipotesi al riguardo.
  Ciò che conta è che la nostra azione di wargamer diventa un utile strumento per approfondire la conoscenza, le sue variabili, le sue conseguenze che vivono ancora oggi e ci aiutano a valutare il futuro.
Grazie a tutti gli amici che hanno partecipato: Emilio, splendido padrone di casa (grazie all’albergo Manuelina di Recco, che ci ha ospitato), Filippo(CWB Probaresky), Gian Franco e Giovanni (111° Re-enachment), Marco e Stefano (Circolo Culturale “Garibaldi”), Maurizio (Associazione “Quartieri d’Inverno, e Luca del G.M.B.S.-Faenza(Luca Pansecchi di Tenki(ora Nexus),che ha realizzato la splendida carta su cui si è svolto lo scenario.

Anch’io ho giocato, ma non vi dirò da che parte!


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